Ayako’s journal

La parola “Journal” significa letteralmente “giornale“, inteso come diario. Qui troverai infatti una raccolta di riflessioni e pensieri sparsi, spesso tratti dai miei journal cartacei.

Gran parte di questi post sono scritti di getto, quindi per favore non prestare troppa attenzione a eventuali refusi.

Non aspettatevi il miracolo dal mio libro. Guerrieri nel silenzio è uno strumento di supporto, perciò sta a voi capire come adoperarlo.

Io per prima ho dovuto accettare che non è possibile far ragionare tutti. Non importa se le nostre argomentazioni sono oggettive: ci sarà sempre chi avrà da ridire.
Basta farsi un giro tra i commenti dei social per rendersi conto di quanto sia ancora lunga la strada per la fine dei pregiudizi; anzi, potrebbe addirittura essere infinita.
Quindi, tanto vale smettere di fare informazione? Assolutamente no. Non tutti ignorano per scelta. Molti semplicemente non hanno mai avuto occasione di vedere le cose da un’altra prospettiva. È su di loro che la divulgazione può fare la differenza, è grazie a loro che la realtà può diffondersi e arrivare a chi ha strumenti di comunicazione ancor più efficaci, così da diffondersi ulteriormente.
Forse non possiamo cambiare il mondo, tuttavia possiamo scegliere come impiegare il tempo a nostra disposizione. Lo stesso vale per Guerrieri nel silenzio: potete scegliere di farlo leggere a chi pensate sia disposto a immedesimarsi nei personaggi, oppure sfogliarlo ogni giorno per ricordarvi di non sentirvi sbagliati, perché non lo siete.
La scelta sta solo a voi, guerrieri silenziosi ⚔️

Sono una persona molto spaventata dall’incertezza. Infatti sembra strano che stia dedicando tutte le mie energie a qualcosa che, di fatto, non mi garantisce alcuna certezza. Potrebbe benissimo accadere che, dopo tutta la mia fatica e il mio impegno, otterrò solo dei rifiuti.

Perché allora mi ci dedico così tanto?

Potrebbe essere la consapevolezza di vivere in un mondo in cui vige l’indeterminazione a non illudermi e al tempo stesso spingermi a non mollare a prescindere.

Dopotutto, la delusione è figlia dell’aspettativa. Rimaniamo delusi perché dopo tanta fatica ci aspettiamo una ricompensa: diamo per scontato che ci sia dovuta… ma la realtà è che questo non è scritto da nessuna parte nelle leggi dell’Universo. 

La giusta domanda quindi è: “Come mi fa sentire dedicarmi anima e corpo a ciò che amo?”

Nel mio caso è linfa vitale, ciò per cui apro gli occhi ogni mattina. Per stare bene con me stessa devo sapere di averci almeno provato a realizzare il mio sogno di diventare un’autrice di successo. 

Sono consapevole che, a prescindere dalla mia bravura e dal mio impegno, potrei non riuscire. Farebbe male, ovvio che sì, ma farebbe ancora più male vivere con il rimpianto di non averci neanche provato.

Da quando ho iniziato a studiare per la mia light novel mi sono accorta che più siamo inconsapevoli, più siamo portati a credere di sapere. Di conseguenza, mi sono anche resa conto di quanto sia facile fidarsi delle teorie del complotto, quando non si hanno gli strumenti per capire che il metodo scientifico non prevede affatto la “manipolazione” dei dati, cioè il “noncielodicono”.

Noi che parliamo di dati scientifici veniamo definiti “pecore” o “indottrinati. Ma conosci davvero la differenza tra studio e indottrinamento?

Albert Einstein è vissuto in un’epoca in cui nessuno aveva mai visto un astronauta, eppure è riuscito a capire come funziona la gravità e a prevedere l’esistenza dei buchi neri.

Ma se pensi che Einstein ci sia riuscito standosene sul gabinetto a commentare le notizie dei giornali, ti sbagli di grosso. Einstein ha formulato previsioni basate sulla sua comprensione delle leggi della fisica e, nel corso degli anni, queste previsioni sono state confermate attraverso osservazioni dirette.

Studiando in modo approfondito la fisica, Einstein si è accorto che la gravità può curvare lo spazio e perfino influenzare il modo in cui il tempo scorre. Non è così perché lo ha detto lui: è così perché se hai la possibilità di osservare una lente gravitazionale, te ne accorgi da solo. È così perché altrimenti non ci sarebbe bisogno regolare gli orologi dei satelliti per compensare gli effetti della dilatazione temporale.

Ma se tu non hai idea di cosa sia una lente gravitazionale o di come sia fatto un buco nero, per te la Teroria della Relatività resta un indottrinamento. Una nozione imposta per convenzione, che dal tuo punto di vista può essere smentita da chi ti da una spiegazione che a te sembra più logica, anche se non hai gli strumenti per verificarla.

Ancora oggi le teorie di Einstein vengono confermate dalle osservazioni scientifiche: nel 2019 abbiamo fotografato per la prima volta un buco nero e tutte le osservazioni confermano quello che aveva studiato Einstein con le formule matematiche. Se studiare significasse “indottrinare”, Einstein non sarebbe mai riuscito a comprendere la gravità e darci gli strumenti per osservare i buchi neri.

Anche il mio autore preferito teneva una sorta di journal virtuale. Grazie a quel blog, noi fan abbiamo potuto conoscere le ragioni per cui la sua opera principale iniziò a prendere direzioni sempre più opposte rispetto al suo stile narrativo.

Quell’opera, ovvero la sceneggiatura di una serie anime, fu commissionata da un famosissimo brand che purtroppo non gli ha mai lasciato piena libertà di agire. Questo lo faceva sentire frustrato, perché chi prendeva le decisioni si preoccupava a malapena della qualità della storia.

Il mio autore preferito sapeva bene che il successo dell’anime in questione era destinato a finire, e infatti il tempo gli ha dato ragione.

Come lo so? Naturalmente proprio grazie al suo blog, a cui egli affidava pensieri, sfoghi e soprattutto preziosi insegnamenti per gli aspiranti scrittori. Le sue infatti non erano mai sterili lamentele, ma delucidazioni sul perché, secondo lui, determinate scelte narrative potevano funzionare meglio di altre.

Personalmente considero il suo blog un prezioso tesoro, oltre a uno spazio in cui nessuno poteva impedirgli di condividere con noi ciò che avrebbe voluto sviluppare della sua sceneggiatura, incluso il finale originariamente previsto.

In eredità ci ha perfino lasciato due light novel scritte appositamente per approfondire ulteriori aspetti della storia. Uno dei volumi lo conservo ancora gelosamente nella mia libreria.

Ecco, il mio blog è un tentativo di seguire (indegnamente) le orme dell’autore che in un certo senso reputo un po’ il mio maestro. Non so quanto ciò che ho da dire possa rivelarsi interessante o utile, ma un diario serve anche a confrontare il passato con il presente e quindi condividere un percorso di crescita.

Con la scrittura posso lasciare qualcosa agli altri: i personaggi che nascono dalla penna di noi scrittori sono destinati a essere immortali.

Bailey, Daichi e tutti gli altri sopravvivranno a me, perché io non posso vivere in eterno, ma loro sì.

Questa è l’impronta che io posso lasciare in questo mondo. Una traccia del mio passaggio che magari darà supporto ad altri ragazzi, come il mio anime preferito un tempo lo diede a me.

Siamo noi umani ad aver bisogno di un Creatore, all’Universo non serve.

Un “prima” del Big Bang potrebbe esserci solo se il nostro universo si fosse creato a partire da un buco nero in un altro universo, quindi da un altro tempo, ma queste sono solo speculazioni. È materiale per le mie opere di fantascienza, non per un’interpretazione oggettiva della realtà.

Più vado avanti a studiare e più mi accorgo di quante cose non so.

L’Universo è regolato da leggi fisiche ben precise. Non ci sono cose messe lì a casaccio: tutto ha una funzione ben precisa e se questo sfugge alla nostra logica, pazienza: l’Universo non è obbligato ad avere un senso per noi (per citare il professor Neil deGrasse Tyson).

Lassù nello Spazio succedono cose che chi non le studia non può neanche lontanamente immaginare. Come possiamo pretendere di avere delle risposte certe a tutto, se prima non sappiamo neanche com’è fatto l’universo in cui viviamo? È pura presunzione.

Solo studiando me ne sono accorta: il mondo che mi raccontavano gli adulti intorno a me era incompleto, ignorava dei fattori imprescindibili. Ad esempio, mi hanno sempre fatto credere che la scienza fosse una presunzione umana, un tentativo di spiegare il mondo limitandosi a formulare ipotesi con mezzi incompleti. Insomma, credevo che gli scienziati fossero semplicemente persone dalla mente chiusa, ingenuamente convinte che gli umani potessero avere da soli tutte le risposte. Li vedevo un po’ come dei presuntuosi, ecco. Senza sapere che la vera presuntuosa ero io.

Gli scienziati sanno benissimo che non possono avere tutte le risposte ed è proprio la messa in dubbio costante a rendere la scienza affidabile.

È la prima volta che scrivo da quando è iniziata quella maledetta guerra in Ucraina. Se da un lato la stupidità umana è una grande fonte di ispirazione per le mie opere, dall’altro è anche la mia principale fonte di rabbia.
Forse la ragione principale per cui sono tanto affascinata dal mondo extraterrestre è che dentro di me sono alla ricerca di una via d’uscita: una speranza che, almeno altrove, possano esistere individui migliori rispetto a noi.

Io credo che delle creature intellettivamente e culturalmente avanzate non abbiano bisogno delle guerre. La violenza fa parte di istinti così primordiali da appartenere solo a cervelli sottosviluppati. Se non ricordo male, la scienza stessa dice che noi umani siamo creature tendenzialmente violente: se non abbiamo problemi ce li creiamo da soli o comunque troviamo una scusa per sfogare la nostra violenza.

Sarò tragica, ma vedere il mio primo capello bianco mi ha fatto entrare un pensiero in testa: «E se dovessi venire a mancare prima di scrivere il finale della mia serie light novel?» (ovviamente il problema si porrà solo se e quando avrò dei lettori affezionati… ma ora non è questo il punto).

Per fortuna diciamo che ho già abbozzato un finale, da rivedere ovviamente, ma farò in modo di lasciare in eredità almeno delle linee guide a chi dovesse succedermi. Con le dovute “cornificazioni”, sarei felice se qualcuno portasse avanti il mio lavoro, purché lo faccia con coerenza e buonsenso.

Potrebbe anche darsi che il mio ipotetico successore faccia un lavoro migliore del mio, ma questo voglio che siano i fan della saga a stabilirlo.

Attenzione: con “fan della saga” non mi riferisco necessariamente a chi vanta di aver collezionato tutto il merchandising, tutti i libri, o magari usa pure i personaggi come immagine del profilo social. Se questo ipotetico fan ritiene sia giusto che i personaggi non crescano mai o non abbiano uno sviluppo, in quanto “affezionato a loro così come sono” (sì, purtroppo in certi fandom c’è anche gente così… sorvoliamo che è meglio), beh mi dispiace ma io non lo considero dei veri appassionato / intenditore della mia storia. È solo un egoista.

I veri fan della mia serie saranno quelli che nel profondo sanno cosa è meglio per i personaggi, anche se il loro sviluppo (o la loro risoluzione) non corrisponde alle aspettative.

Non trattate mai i miei personaggi come pupazzi senza anima e senza un ruolo in questo mondo. Non trattateli mai come uno strumento per guadagnare denaro – e questo lo dico anche a me stessa. Trattateli invece come dei colleghi (se siete degli autori) o come degli amici. Anche i personaggi hanno il diritto di esistere ed essere rispettati.

Io non voglio semplicemente scrivere una light novel, io voglio che Progetto Vanigiò sia per qualcuno ciò che il mio (ex) anime preferito è stato per me: la casa dei miei migliori amici.

Quando ero bambina il telegiornale mi passava praticamente inosservato. Oggi mi domando come facevo a non ascoltarlo… perché cacchio, vorrei riuscirci ancora!

La cattiveria della gente mi fa inorridire, mi impedisce di vivere con leggerezza anche se sono ancora giovane.

L’unica cosa che mi aiuta a vedere il mondo sotto una luce migliore è studiare l’Universo: sapere che lassù esistono colossi come i buchi neri, in grado di rallentare perfino lo scorrere del tempo, rende microscopica la nostra arroganza e tutto ciò che ne consegue.

Ai buchi neri non importa un fico secco dei nostri pregiudizi, dogmi discriminazioni… loro se ne stanno lassù e semplicemente esistendo così lontano da noi sono capaci di ribaltare la nostra concezione di “normalità”.

Esistono cose così incredibili nel cosmo, e noi stiamo ancora qui a credere di aver capito tutto della vita!

Amo perdermi in queste riflessioni. Sarà per questo che in una fantastica giornata di luglio preferisco starmene qui sul balcone a studiare astronomia, anziché andare in giro.

Voglio studiare attentamente anche per riuscire a trasmettere questi miei sentimenti al futuro manoscritto di Progetto Vanigiò.