Introduzione al Journaling | Scrittura terapeutica alla portata di chiunque

Oggi vorrei parlarti di un hobby a cui mi sono avvicinata solo di recente, probabilmente perché in Italia è ancora troppo poco conosciuto. Io stessa l’ho scoperto del tutto casualmente e ritengo un vero peccato che qui da noi sia relegato a una piccola nicchia, specialmente considerandone i molteplici benefici.

Nella mia personale esperienza si è rivelato determinante durante la fase acuta della pandemia e le sue relative conseguenze. Secondo me, una maggiore consapevolezza di tale pratica avrebbe aiutato adulti e bambini a trascorrere il lockdown in modo piacevole, ecco per quale ragione ho deciso di scrivere questo articolo.

Scopriamo il Journaling!

Se ti parlassi di tenere un diario, a cosa penseresti? Senza dubbio ti verrebbe in mente un diario scolastico, oppure il classico “caro diario” segreto, di quelli con il lucchetto a cui gran parte delle ragazze affidano i primi “ti amo” o altre confessioni destinate a provocarci imbarazzo in età adulta.

E se invece ti dicessi che tutto ciò è soltanto la facciata più convenzionale di un vero e proprio metodo, utile a sviluppare creatività e facoltà cerebrali? Anzi, sarebbe meglio definire il Journaling un insieme di metodi, perché ne esistono infinite tipologie volte a soddisfare ogni genere di esigenza.

Basti pensare a Izuku Midoriya e i suoi famosi appunti. In pochi lo sanno, eppure lui sta praticando un suo personalissimo metodo di Journaling.

La parola “journal” significa “diario”, ma allo stesso tempo vuol dire anche “giornale”. Questo mi spinge a credere che il nostro journal, al fine di rivelarsi davvero funzionale, dovrebbe essere soprattutto piacevole da sfogliare. Utilizzarlo per tenere traccia e approfondire i propri interessi, come fa Izuku, è certamente un’idea appropriata.

Il Journaling è infatti una forma di self care basata sulla scrittura con carta e penna. Lo scopo è realizzare un notebook personalizzato che ci accompagni nella vita di tutti i giorni (ovviamente questo può dipendere dal metodo in cui ci rispecchiamo maggiormente).

Perché proprio con carta e penna?

Scrivere con carta e penna attiva più aree cerebrali e coinvolge più sensi. Inoltre è particolarmente liberatorio e funzionale, perché aiuta a fare una prima cernita dei propri pensieri, così da riportare sul foglio solo quelli davvero utili. Se sbagliamo, siamo obbligati a scarabocchiare sulle parole per cancellarle e anche questo fa parte della scrittura.

Non sottovalutare i danni causati dall’inibizione.

Il Journaling può rivelarsi un modo piuttosto efficace per esternare sentimenti o preoccupazioni.

È scientificamente provato come l’inibizione incida sul sistema immunitario o addirittura interferisca con il sistema nervoso. Di solito tendiamo a sottovalutare il peso che le repressioni (di qualunque genere: dai segreti più comuni alla repressione della propria natura) rischiano di riflettere sulla nostra salute. I conflitti psicologici finiscono spesso per sfociare nella malattia, specie se non ci sentiamo autorizzati ad esternarli apertamente. In questi casi l’atto di scrivere diventa uno sfogo liberatorio, e potremmo sentire la necessità di un luogo sicuro a cui affidare i nostri pensieri.

Quando però i segreti sono troppo grandi per essere conservati su carta, potresti annotarli sulla pagina di un blocco e poi strapparla via. A quel punto sta solo a te decidere cosa farne: buttarla, bruciarla (in sicurezza, mi raccomando!), farla a brandelli, appenderla alla porta di chi ti ha fatto arrabbiare (vuoi mettere la soddisfazione? xD) …qualunque sfogo ti aiuti a stare meglio!

Ok, tutto molto bello… ma io non ho né il tempo né la costanza di tenere un journal!

Quando e quanto scrivere lo decidi tu, non c’è una regola vera e propria! Bastano semplicemente dieci minuti al giorno, o magari una pagina o addirittura poche righe. Ma anche questo è facoltativo: se ti capitano periodi di blocco puoi riprendere appena te la senti, non cadere nella trappola di smettere solo perché manchi di costanza.

Esistono molte varietà di Journaling.

Dal Bullet Journal al Brain Dump Journal, dall’ Art Journal al Junk Journal… esistono tantissimi metodi di journaling, senza contare quelli plasmati per le nostre specifiche esigenze. La regola è una sola: funziona se fa bene a noi.

In questo articolo mi focalizzo su ciò che si sta rivelando utile nella mia individuale esperienza di soggetto ansioso e “overthinker”, ovvero il “Brain Dump” e il mio personale metodo di “Art Journaling”.

Brain Dump

Brain Dump è un’espressione inglese che può essere tradotta in “scaricamento del cervello”. Di fatto è un flusso di coscienza, utilissimo ad alleggerire la mente.

Il Brain Dump è particolarmente indicato se sei la classica persona “overthinker”, o se hai difficoltà a concentrarti. Questo metodo può rivelarsi molto conveniente per artisti e scrittori, aiutandoli a trasferire altrove i pensieri “inutili”, così da riuscire a focalizzarsi sulle proprie creazioni. Infatti è un ottimo esercizio di scrittura e stimola il cervello a trovare l’ispirazione, anziché limitarsi ad aspettarla.

I pensieri occupano spazio e consumano energie, ecco perché può essere molto utile trascrivere da qualche parte quelli che oggi non ti servono, così da rivederli tranquillamente in un secondo momento. Mettendoli per iscritto aiuti il cervello a fare ordine e di conseguenza elaborare con più chiarezza i pensieri. Ciò comporta perfino dei benefici all’autostima!

Non esiste un modo giusto o sbagliato di praticare il Brain Dump: se preferisci puoi scrivere frasi lunghe e articolate, oppure scarabocchiare, raccontare gli eventi tramite vignette, fare liste… insomma, qualsiasi cosa ti sembri più efficace!

Attenzione però: il Brain Dump non ha niente a che vedere con il classico “Caro diario”.

Anche questa è una formula valida, tuttavia si basa su un metodo di espressione diverso, più vicino alla scrittura creativa. Richiede una certa linearità nell’esposizione dei concetti, oltre a un’impaginazione curata e ordinata, o perlomeno piacevole da vedere. Il Brain Dump invece serve unicamente a scaricare i pensieri, quindi personalmente preferisco utilizzare un taccuino che non mi piangerebbe il cuore scarabocchiare.

Di cosa ho bisogno per praticare il brain dump?

Munisciti semplicemente di un quaderno/taccuino e di una penna con cui ti piaccia scrivere. Non serve altro! Non devi neanche preoccuparti della grafia o di rispettare la grammatica. Scrivi e basta, così come ti viene spontaneo, senza giudicarti.

E se non so cosa scrivere?

Beh, puoi semplicemente riempire la pagina di “non so cosa scrivere”! Prima o poi i pensieri su cui lavorare usciranno da soli, vedrai. L’importante è l’atto di scrivere in sé, quindi non giudicare ciò che hai messo su carta: limitati a scaricare tutto sul foglio.

Puoi anche cercare dei “journaling prompts” (stimoli, suggerimenti) su Pinterest o magari su altri social.

Occhio a non rimuginare su argomenti troppo sensibili che rischiano di rovinarti la giornata.

Il Brain Dump dà il meglio di sé quando stai affrontando un cambiamento oppure se hai perso qualcuno / qualcosa di importante, ma ricorda che questa pratica deve migliorare la tua giornata, non peggiorarla. Per evitare ciò è importante cominciare a scrivere con una domanda ben precisa in mente. Ecco perché è preferibile affidarsi ai journaling prompts, almeno quando si è agli inizi.

Ti consiglio un video in cui il suddetto problema è trattato in modo più specifico.

Concludi sempre cercando un lato positivo in ciò che stai scrivendo, magari rivolgendoti domande tipo: “Cosa ho imparato da questa situazione?” “Posso trarne qualcosa di buono?

Il mio metodo di Art Journaling

Ciascun individuo si confronta con la vita a seconda del proprio bagaglio emotivo, quello che funziona su di me non è detto possa funzionare per te e viceversa. Di conseguenza, prendi i miei suggerimenti sul Journaling come qualcosa di indicativo: non devi necessariamente seguirli alla lettera, bensì riadattarli in base alle tue esigenze.

Io sono tipicamente ansiosa e in quanto “overthinker” ho il cervello costantemente in moto. Il Brain Dump è stato quindi il mio primo approccio con il Journaling, tuttavia la mia mente è particolarmente subdola e appena si libera di un pensiero… ha già iniziato a focalizzarsi su un altro!

Cosa fare in questi casi? Meglio forse agire alla radice, focalizzarsi su quei pensieri utili che faticano invece a farsi largo e finiscono per cadere dritti nel dimenticatoio.

Ecco com’è nato il mio journal, scherzosamente soprannominato “Greta’s mind: istruzioni per l’uso”.

Qui sto annotando, ad esempio, informazioni positive sul mio conto che solitamente tendo a trascurare. Esse riguardano le mie qualità, le mie passioni, o semplicemente quando mi succede qualcosa di bello.

Altre pagine invece parlano delle certezze di cui non dovrei mai dubitare o sentimenti che nel tempo temo di sminuire, così annoto ricordi e sensazioni proprio per mantenerne viva la fiamma (e con l’occasione mi esercito nella tecnica del “mostra, non raccontare”)

Poi creerò pagine su ciò che mi ispira o mi motiva, allegherò reperti, oppure idee tipo “la casa giapponese dei miei sogni” o “la mia stanza ideale” (da cui posso trarre senz’altro qualche spunto concreto per il futuro, finanze permettendo xD).

Vorrei anche inserire testi di canzoni J-Pop e J-Rock, citazioni o estratti dai miei libri / anime / manga preferiti, liste di vario genere o magari lettere scritte a me stessa con amore. Un’altra idea interessante è chiedermi cosa farebbe qualcuno che amo / ammiro / stimo in situazioni da cui sono intimorita o spaventata, oppure domandarmi come si comporterebbe la versione “migliore” di me stessa.

L’unica regola che mi sono data è: niente input negativi o attivatori di pensieri tristi (di quelli ne ho già abbastanza)! Sfogliare il mio journal deve essere sempre un momento piacevole e costruttivo.

Cosa utilizzo per il mio journal?

Amo la cultura giapponese, quindi come non avrei potuto strizzare l’occhio al “Midori MD Notebook”? Si tratta di un journal in stile minimalista, fabbricato in Giappone e appositamente progettato per il comfort nella scrittura.

Dotato di un nastro segnapagina e di una vasta selezione di cover protettive, a renderlo iconico è anche l’ex libris adesivo su cui posso annotare data di inizio, data di conclusione del mio journal e perfino il numero del volume!

Il Midori MD è infatti l’ideale per creare journal in “serie” (vol. 1, vol. 2 e così via). Questo mi ha entusiasmata, perché oltre ad essere un incentivo per continuare a scrivere, dà un senso di progressione e trasmette l’idea di avere tra le mani un documento prezioso di cui prendermi cura: proprio come il mio benessere psicofisico.

Altri spunti per il journaling

In questo articolo ho approfondito i miei metodi di Journaling, perché chiaramente sono quelli che conosco meglio. Naturalmente però esistono tantissimi altri spunti, eccone alcuni esempi:

  • Se hai necessità di programmare i tuoi impegni grazie a un’agenda versatile e altamente personalizzata, cerca informazioni (anche su Youtube) riguardo il “Bullet Journal”. Unica raccomandazione: non farti spaventare dalle bellissime pagine artistiche create dagli utenti, perché le decorazioni vengono aggiunte soltanto per personalizzare ulteriormente il proprio journal. Tutto ciò di cui hai strettamente necessità è un quaderno o un diario (meglio se con fogli puntinati o almeno quadrettati), una penna e magari un righello.

Se sei particolarmente interessato/a al Bullet Journal, questo metodo è dettagliatamente spiegato nel libro pubblicato dal suo inventore.

  • Diario della gratitudine: elenca ogni giorno dalle 5 alle 10 cose per cui ti senti grato/a. Da cose apparentemente piccole come il sorriso di qualcuno, a ciò che dai per scontato (come l’acqua corrente in casa).

Mi raccomando, sii specifico:

No: “ringrazio il mio cane.”

Sì: “ringrazio il mio cane perché non mi abbandona mai, riesce sempre a farmi sorridere, quando sto accanto a lui ho più fiducia in me stesso/a, eccetera.”

  • Bucket List (elenco di cose). Le liste ultimamente vanno piuttosto di moda e puoi crearne di ogni genere, dalle più strane alle più utili! Su Pinterest ci sono spunti molto divertenti, che permettono anche di giocare con i numeri.

  • Taccuino dello scrittore e del lettore. Efficace non solo per gli scrittori, ma perfino nelle scuole! È infatti raccomandato come attività per gli insegnanti di lettere. Incuriosisce i ragazzi alla lettura o alla scrittura in modo divertente, stimolando la loro creatività e aiutandoli a scoprire meglio se stessi tramite i cosiddetti “attivatori”.

Anche in questo caso esistono validi tutorial proposti da esperti in materia (Link 1) – (Link 2)


Fonti:


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